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  • Immagine del redattoreRossella Sassi

Schiena e Quarantena 1

Aggiornamento: 10 mag 2020

Se stare lungamente seduti in ufficio fa male alla schiena, stare lungamente seduti in casa può fare ancor peggio. Primo perché maggiore è la tendenza a stravaccarsi; secondo perché -quando dalla casa non si esce proprio- la schiena non fa altro che tenere una posizione a lei odiosa senza che l'uso delle gambe venga praticamente interpellato.


Se poi a questo vogliamo aggiungere un qualche malsano lavoretto domestico in più, assai probabile sempre per la stessa ragione della reclusione in casa, vediamo prospettarsi una favolosa stagione per le nostre schiene. 

Tutto ciò senza voler sminuire il mirabile prosperare del male al collo, ora più che mai diffuso grazie all'uso incontrollato, spasmodico di telefoni, tablet, computer.


Ogni mal di schiena è a sé e quindi non esiste un rimedio universale. Esistono posizioni che giovano, ma quello che importa non sono tanto le posizioni in se stesse bensì il modo in cui vengono eseguite: le azioni sono una cosa assai più complessa e profonda della forma esterna del corpo. 

E quindi eseguire le azioni benefiche richiede una sensibilità e un livello di comprensione assai più approfonditi del muovere le parti del corpo in modo da far assumere una determinata forma.


Ogni mal di schiena è a sé ma possiamo, molto grossolanamente, farne due gruppi:

  • Quelli che traggono beneficio dalle estensioni in avanti (ovviamente solo se eseguite in maniera corretta).

  • Quelle che traggono beneficio dalle estensioni indietro (ovviamente solo se eseguite in maniera corretta).


Se eseguite in maniera scorretta, per la verità, né le prime né le seconde si possono realmente dire estensioni: sono semplici movimenti.


Per sapere a quale famiglia appartiene il proprio mal di schiena il metodo è molto semplice. Si prova a piegarsi in avanti e: se il dolore aumenta bisogna evitare posizioni in avanti e fare un leggero indietro; se il male diminuisce bisogna evitare posizioni indietro e fare un leggero in avanti.

Per chi ha, perché l'ha acquisita praticando sotto lo sguardo di qualcuno con più esperienza (alias insegnante), la capacità di percepire, eseguire e discernere le azioni menzionate, abbozzo qualche idea per contrastare il male alla schiena.

E' molto importante che tutto quello che fate lo facciate pensando di allungare, di creare spazio, perché il male alla schiena è dovuto a compressione, a mancanza di spazio.


Breve sequenza di estensioni indietro

Dove l'azione fondamentale è sempre la stessa: estendere, e mantenere estesa, la parte alta del gluteo lontano dalla zona lombare.


1- Taddasana


Taddasana


2- Supta baddha konasana

Con un supporto in orizzontale per il tronco e uno per testa/collo 

Supta badha konasana

3- Supta virasana in eka pada

Da dandasana, portare una gamba in virasana e mantenere l'altra in marichasana (ossia con la pianta a terra, il ginocchio piegato): occorre essere seduti su un supporto che consenta di non sentire dolore al ginocchio mantenendo il femore dritto dritto in avanti (che non si allarghi verso l'esterno); tenere dietro di se un supporto tipo bolster e, continuando ad allungare i glutei verso le ginocchia, portare il tronco supino. 



4- virabadrasana 1 

Le azioni sono sempre le medesime: la cosa importante è estendere il gluteo della gamba dietro lontano dai lombi. Se lo fate con l'ausilio di un muro in corrispondenza di una porta è ottimo.


5- Urdhva mukha svanasana con un tavolo



6- Purvottanasana 

Su un letto, con uso di supporto per il tronco, una cintura per contenere l'esterno dei piedi.




Più che una sequenza vera e propria, questa, vuol essere una suggestione.

Se sentite la schiena indolenzita e avete beneficio delle estensioni indietro potete praticarla come sequenza e poi terminare con savasana; ma potete anche prenderla come un semplice spunto per studiare e capire cosa vi giova e cosa no. 


L'insegnante c'è ma non sempre, oppure c'è ma non è nelle condizioni di fare l'insegnante (in quarantena, per esempio, dato che non può vedervi e non può aiutarvi materialmente); voi invece ci siete sempre.


Siate insegnanti a voi stessi, memori degli insegnamenti che avete avuto.

Fine prima parte. (Lieto fine).



Scritto da Rossella Sassi

Disegni di Elena Tonioni


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