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  • Immagine del redattoreElena Tonioni

Perché fare Prāṇāyāma

Aggiornamento: 12 gen 2022

“Tutte le energie vibranti sono Prāṇa”


BKS Iyengar ¹


Prāṇa è respiro, soffio vitale, forza. Āyāma è estensione, ampiezza, controllo.

Prāṇāyāma significa controllo ed estensione del respiro.



Il Prāṇāyāma è l'arte che consente di estendere e regolare il respiro, portando consapevolezza là dove abitualmente dominano gli automatismi del corpo. È strumento di studio di sé per esplorare l'interno ponendo a tacere l'esterno.


La mente è per sua natura irrequieta e veloce: il Prāṇāyāma, la pratica di queste antiche tecniche di respirazione, può acquietarla e creare stabilità.

Nel percorso dello Yoga riveste un ruolo fondamentale: attraverso il Prāṇāyāma la concentrazione viene resa più salda e la percezione più sottile. Gli organi di senso si ritirano, l'udito rimane attento nell'ascolto del suono dell'aria che entra e dell'aria che esce; la pelle, non più solo involucro ma organo di percezione, avverte il movimento del respiro che espande lo spazio interno dal profondo del corpo sino alla superficie dell'epidermide.

Lo sguardo è passivo. La percezione non è guidata da immagini, dal vedere e dall'essere visti. ²



Chitta -la coscienza, intesa come mente, intelletto, ed ego ³ -, arresta i suoi continui movimenti ⁴ per riappropriarsi di un tempo e di uno spazio personali.

Inspirazione ed espirazione, Pūraka e Rechaka. Kumbhaka, ritenzione del respiro, semplici atti involontari, milioni di volte inconsapevolmente ripetuti, nel Prāṇāyāma divengono strumento di ricerca ed esplorazione di se stessi.

“Chitta e Prāṇa sono costantemente associati. Dove è Chitta, si concentra Prāṇa, e dove vi è Prāṇa si concentra Chitta”. ⁵


Poiché diverse sono le esigenze del corpo e della mente, diversi i livelli di esperienza e di

consapevolezza che il praticante può raggiungere, esistono diverse tecniche di Prāṇāyāma: anche qui, come nella pratica delle posizioni, è importante sia procedere gradatamente sia adattare l'insegnamento alle caratteristiche e ai bisogni individuali.


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¹ B.K.S . Iyengar, Teoria e pratica del Prāṇāyāma, Mediterranee, Roma, 1997, p. 37.

² Giovanni Stanghellini, Selfie. Sentirsi nello sguardo dell'altro, Feltrinelli, Milano, 2020.

³ B.K.S. Iyengar, Teoria e pratica del Prāṇāyāma, Mediterranee, Roma, 1997, p. 27.

⁴ Patanjali, Yogasutra, a cura di Federico Squarcini, Einaudi, Torino, 2015, p. 5.

⁵ B.K.S. Iyengar, Teoria e pratica del Prāṇāyāma, Mediterranee, Roma 1997, p. 39.

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